Il nostro metodo

“LA PRATICA PSICOMOTORIA SECONDO IL METODO AUCOUTURIER”

Il nostro approccio si basa sugli insegnamenti e le intuizioni del professore Bernard Aucouturier, pedagogista, educatore e docente di educazione fisica.

Secondo Aucouturier lo sviluppo armonico e fisiologico del bambino è strettamente correlato alla possibilità di muoversi in libertà e autonomia, di giocare spontaneamente, di poter sperimentare il piacere di agire e di conseguenza il piacere di pensare, di sperimentare le relazioni col mondo esterno ed esistere attraverso il proprio corpo in relazione con gli altri

Negli incontri psicomotori il bambino quindi diventa protagonista assoluto del suo agire, del suo processo di apprendimento e di crescita, nonostante ciò fondamentale è l’attitudine dello psicomotricista che osserva, sostiene e “inquadra” i giochi del bambino in una cornice spazio-temporale, costruendo con lui una relazione empatica ed un dialogo tonico-emozionale.

Il bambino, ancora più dell’adulto, è un’unità di vissuti che riguardano contemporaneamente ed intrinsecamente la sfera affettiva, emotiva, fisica, motoria, tonica, cognitiva, relazionale. 

Per questo secondo Aucouturier la presa in carico del bambino deve essere globale e si deve curare contemporaneamente di ogni suo aspetto.

IL METODO DI EMMI PIKLER E LA RICCHEZZA DEL SUO APPROCCIO

Emmi Pikler (Vienna 1902 – Budapest 1984) è stata una pediatra ungherese che ha inaugurato una nuova era nella psicologia del bambino avviando una modalità di crescita di neonati e bambini volta al miglioramento della loro qualità di vita in famiglia e al nido.

Nel 1946 le viene assegnato dal governo ungherese l’incarico di creare un orfanotrofio per bambini da 0 a 3 anni, noto come Loczy. L’istituto ha sviluppato la duplice attività di pratica clinica nell’accoglienza di bambini e di ricerca sullo sviluppo motorio arrivando a dimostrare qualcosa che fino ad allora non era noto: il bambino, partendo da sdraiato sulla schiena, senza sollecitazioni dell’adulto,  RIESCE DI SUA INIZIATIVA a girarsi sul ventre, sedersi, alzarsi e camminare. 

Nonostante queste importanti scoperte, ancora oggi nella situazione “classica” vige la convinzione che il bambino vada stimolato e sollecitato a camminare ed il suo movimento viene limitato fin da neonato. Prima di imparare da solo a stare seduto, mettersi in piedi o camminare, TRASCORRE LUNGHISSIMI MINUTI E ORE, spesso quasi tutto il suo tempo di veglia, seduto su sdraiette che lo sostengono.

Viene posto seduto quando ancora non si sorregge da solo, a volte costretto in piedi tenuto per le mani, PRIVANDOLO così  DI QUALSIASI POSSIBILITÀ DI MODIFICARE LA PROPRIA POSIZIONE E DI SPERIMENTARE NATURALMENTE I SUOI MOVIMENTI. 

POTERSI MUOVERE IN AUTONOMIA cambia invece tutto lo stile di vita del bambino:

  • può vivere una vita più attiva ed i suoi movimenti possono essere più armoniosi;
  • può sentirsi meno dipendente dalle figure di riferimento;
  • può gioire dei risultati ottenuti con le proprie forze, provando più frequentemente sensazioni di soddisfazione, tranquillità e allegria;
  • può costruire una maggiore consapevolezza di sé fino ad una più solida autostima, sperimentando frequentemente attenzione, concentrazione, interesse.

Questo è possibile però solo grazie ad UN ADULTO CHE SAPPIA DARE: 

  • SOSTEGNO E ATTENZIONE al bambino come PERSONA  
  • TENEREZZA E RISPETTO
  • FIDUCIA
  • TEMPO e SPAZI necessari per far sì che si creino le condizioni per questo tipo di apprendimento.

Se si garantisce questa libertà, cambia la percezione stessa del bambino, al quale l’adulto si rivolge sempre più con maggiore attenzione, sostegno e pazienza, OSSERVANDO I SUOI SEGNALI, COMPRENDENDOLI E AGENDO PER OFFRIRE RISPOSTE.

Per tutte queste caratteristiche, “l’approccio Pikler” è quanto mai attuale. Grazie ad esso è possibile agevolare al meglio lo sviluppo del bambino attraverso un’attenta relazione di cura, disponibilità dell’adulto ad osservare e agevolare il movimento libero del bambino con la consapevolezza che così possano crescere bambini più sicuri, più sereni, più autonomi.

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